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Il progetto transfrontaliero POSEIDONE, cofinanziato dal Programma di cooperazione Interreg Italia–Slovenia 2021–2027, mira a promuovere lo sviluppo sostenibile e la tutela della biodiversità nell’area dell’Alto Adriatico. L’obiettivo principale del progetto è incentivare la transizione ecologica attraverso lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle aree Natura 2000 e in altri parchi naturali. Nel quadro del progetto vengono attuate attività ecosostenibili, che comprendono la sperimentazione di metodi a basso impatto per il controllo degli organismi nocivi nelle superfici agricole. Questi metodi comportano un rischio minore per gli organismi utili e sono utilizzabili in’agricoltura biologica. Grazie all’impiego di approcci ecocompatibili e allo sviluppo di modelli per la previsione patogeni, si riduce l’uso di prodotti fitosanitari chimici, limitandone l’applicazione ai soli casi necessari, ad esempio quando il livello di danno supera la soglia di intervento. In tal modo si promuove una protezione delle colture più efficiente, si riducono gli impatti ambientali negativi e si salvaguarda il patrimonio naturale di aree ad alto valore ecologico.

DESCRIZIONI DEI PARASSITI DELLE PIANTE
 

TIGNOLETTA DELLA VITE, eng. European grape vine moth (Lobesia botrana)

Descrizione e ciclo di sviluppo del parassita
Le ali anteriori delle farfalle misurano da dieci a dodici mm. Il disegno presente su di esse è composto da macchie bruno-giallastre, grigio-verdi e marrone scuro. Le ali posteriori sono di colore grigio. La larva misura da nove a dieci mm di lunghezza ed è di colore giallo-verde, con la testa marrone scuro. L’uovo ha forma lenticolare, dimensioni di 0,7 x 0,6 mm; inizialmente è di colore giallo, a maturazione di colore scuro e questa fase è denominata »testa nera«. La dimensione della crisalide varia da quattro a sei mm.

La Tignoletta della vite può sviluppare da due a tre generazioni all’anno e sverna sotto forma di crisalide in un bozzolo situato negli anfratti nel retidoma della vite o nelle fessure dei pali di sostegno. Le farfalle della prima generazione volano tra aprile e maggio, attive soprattutto nelle ore serali e del primo mattino. Una singola femmina può deporre in media fino a cinquanta uova, la schiusura ha una scalarità che varia tra sette e undici giorni. Le larve si nutrono dei fiori (con danni tendenzialmente poco significativi) e, dopo cinque stadi larvali, si impupano. Dopo circa due settimane, dalle crisalidi si sviluppa la seconda generazione, attiva nella seconda metà di giugno e in luglio. Le femmine fecondate depongono le uova sui grappoli, e le larve si sviluppano in circa una settimana. Il volo della  terza generazione  inizia ad agosto è molto lungo rispetto alle precedenti generazione e si conclude generalmente nella prima metà di settembre. Le loro larve si nutrono sugli acini maturi.

Riconoscimento del parassita
Le larve della prima generazione si nutrono dei fiori della vite e formano nidi nei quali successivamente si impupano. Le larve delle generazioni successive possono nutrirsi degli acini in maturazione fino alla vendemmia. A causa dei danni provocati dal parassita, soprattutto in condizioni di umidità elevata sono fonti di inoculo per, la muffa grigia (Botrytis cinerea) soprattutto sulle varietà a grappolo compatto.

Metodi di lotta contro la Tignoletta della vite
La lotta allaTignoletta della vite può essere effettuata tramite il metodo della confusione sessuale. Questa tecnica risulta essere maggiormente efficace qualora vi siano vigneti di grandi dimensioni o nei complessi viticoli. Il trattamento con insetticidi viene valutato nel caso in cui venga superata la soglia di danno. A fianco ai formulati chimici, si possono impiegare anche preparati registrati a base di microrganismi, ammessi anche nella viticoltura biologica.



TIGNOLA ORIENTALE DEL PESCO, eng. Oriental fruit moth (Cydia molesta)

Descrizione e ciclo di sviluppo del parassita
Le ali anteriori della farfalla adulta sono di colore nero-bruno, con un’apertura alare fino a 15 mm. L’uovo è di forma lenticolare e di colore giallo chiaro. Il corpo della larva è di colore rosso-giallastro e raggiunge una lunghezza di 14 mm. La testa della larva è di colore scuro. La crisalide della Tignola orientale del pesco è marrone e misura da sei a sette mm.

La specie sverna allo stadio larvale nel terreno o nelle fessure della corteccia degli alberi. Segue lo sviluppo della crisalide, che si verifica alla fine dell’inverno. La prima generazione si sviluppa dalla seconda metà di marzo e nel mese aprile. La femmina fecondata depone singole uova sulla pagina inferiore delle foglie, sui germogli o vicino ai frutti. In media, una femmina può deporre fino a venti uova. Nel caso delle nettarine, l'ovideposizione può avvenire direttamente sul frutto, poiché questo non presenta peluria.
La maturazione delle uova dura circa due settimane, i Voli della seconda generazione compaiono a giugno. A differenza della prima generazione, la seconda può deporre un numero maggiore di uova, e il ciclo è più breve. Gli adulti della terza generazione compaiono a  luglio. In assenza di una  strategia di lotta,in questa fase, il rischio di gravi danni è elevato su pesco e nettarina. La quarta generazione è molto scalare ed è presente nel periodo da luglio a ottobre.

Riconoscimento del parassita 
Il lepidottero ha diversi ospiti. I danni maggiori si riscontrano nei pescheti, ma possono essere osservati anche sui germogli di altre drupacee e pomacee. I maggiori danni si riscontrano nei frutti di pesco, albicocco, susino, melo, pero e cotogno. Nelle pesche si osserva un’ emissione di gomma nel punto di penetrazione. In prossimità del  foro di entrata si nota spesso la presenza di rosura (segatura larvale).
Oltre ai frutti, la larva della Cidia può fare danni anche nei giovani germogli dei pescheti scavando gallerie lunghe fino a qualche centimetro. I germogli, molto appettibili, se colpiti appassiscono ed emettono grandi quantità di gomma. Una singola larva può danneggiare fino a sei germogli.

Metodi di lotta contro la Tignola orientale del pesco Cidia molesta
La lotta alla Tignola orientale del pesco può essere effettuata mediante l’uso di preparati insetticidi siano essi  biologici o di sintes, oppure attraverso la tecnica della confusione sessuale. Quest’ultima è particolarmente adatta per i frutteti di grandi dimensioni.
Per un uso mirato degli insetticidi, necessario monitorare la popolazione mediante trappole a feromoni. Il trattamento contro la Tignola è giustificato quando, dalla seconda generazione vengono catturati più di dieci adulti a settimana per trappola.



MOSCA DELL'OLIVO, eng. Olive fruit fly (Bactrocera oleae)

Descrizione e ciclo di sviluppo del parassita
Gli adulti della mosca dell olivo misurano 4 a 5 mm, con una dimensione delle ali compresa tra 11 e 12 mm. La testa è di colore giallo-rossastro con grandi occhi di colore verde metallico. Il torace è grigio nella parte superiore, con tre strisce longitudinali più scure. Nella parte distale del torace si trova uno scutello giallo. Le ali sono trasparenti, con una caratteristica macchia marrone sull’estremità, che rappresenta uno dei principali segni distintivi della Mosca dell’olivo. L’addome è di colore rosso-giallastro con macchie nere su entrambi i lati. I maschi sono leggermente più piccoli delle femmine e si distinguono facilmente per l’addome più arrotondato. Nella femmina è ben visibile la base nera dell’ovopositore.
L’uovo è di colore bianco latte, lungo 0,7 mm e largo 0,2 mm. La larva (maggot), priva di zampe, si sviluppa attraverso tre stadi larvali. Le pupe variano nel colore dal bianco sporco al giallo ocra di dimensioni di circa 4 mm in lunghezza e 1,5 mm in larghezza.
Il dittero sviluppa nei frutti del genere Olea, ma in particolare nell' ’olivo domestico (Olea europaea). La biologia del parassita è strettamente legata all’ambiente e dipende principalmente dalla latitudine geografica e dalle condizioni macro e microclimatiche dei singoli oliveti.
Osservazioni pluriennali indicano che, in condizioni climatiche favorevoli, la Mosca dell’olivo può essere presente tutto l’anno negli oliveti dell’Istria Slovena. Di norma, gli adulti compaiono nelle località costiere precoci nell’ultima decade di giugno. Nel periodo di caldo intenso, che in genere corrisponde ai mesi di luglio e inizio agosto, il volo della mosca si riduce o si interrompe. Con le prime piogge di agosto e fino alla raccolta, il volo riprende in maniera significativa.
In un anno  l'insetto compie tre generazioni. 

Segni dell’infestazione
Il maggior danno si verifica tra fine agosto e inizio ottobre. La femmina perfora l’epidermide del frutto con l’ovopositore deponendo in genere un uovo a drupa. Il danno è causato dalle larve, che si nutrono della polpa e rilasciano escrementi all’interno del frutto. A seguito dello sfarfallamento, i frutti danneggiati vengono colonizzati da microrganismi, che provocano marciumi e il ossidazione dei grassi.
In caso di infestazioni gravi, le olive possono anche cadere prematuramente.

Metodi di lotta contro la Mosca dell’olivo
Esistono diversi metodi di lotta e contenimento dei danni provocati dalla Mosca dell’olivo, che si suddividono generalmente in metodi diretti e indiretti.
I metodi diretti si basano sul monitoraggio del volo della mosca, che può essere effettuato con trappole a feromoni o con pannelli gialli adesivi. Sulla base dei dati di cattura e al superamento della soglia di danno (più di tre mosche catturate a settimana oppure oltre il 3% dei frutti con punture fertili — presenza di uova o larve vive), si procede con il trattamento.
Attualmente, il metodo più utilizzato è la lotta con esca avvelenata. L’obiettivo è ridurre la popolazione degli adulti prima della deposizione delle uova nei frutti. Il metodo si basa sull’uso di esche alimentari proteiche (che attirano le mosche) attivate con insetticidi.
La miscela viene applicata solo su una piccola porzione della chioma, preferibilmente sul lato sud dell’albero. Questo tipo di applicazione ha un impatto molto limitato sugli organismi utili e sull’ambiente e riduce il rischio di residui di insetticidi nel frutto.
Tra i metodi diretti si include anche l’impiego di altri insetticidi registrati.

Tra i metodi indiretti rientrano la cattura massale e l’uso di sostanze repellenti.
Nel primo caso, si utilizzano numerose trappole distribuite nell'oliveto per attirare e abbattere la popolazione  del parassita. I trattamenti sbiancanti a base di caolino o talco hanno azione repellente nei confronti della mosca. Questo strato di particelle microscopiche impedisce alle femmine di deporre le uova.